Matthias Egger

  • "Zahlen"
    "Zahlen" Tecnica: mista su tela Dimensioni: 80 x 120 cm
  • "Drehen"
    "Drehen" Tecnica: acrilico su tela Dimensioni: 70 x 100 cm
  • "Keiner"
    "Keiner" Tecnica: acrilico su tela Dimensioni: 60 x 90 cm
  • "Fülle"
    "Fülle" Tecnica: mista su tela Dimensioni: 80 x 120 cm
  • "Geister"
    "Geister" Tecnica: acrilico su tela Dimensioni: 80 x 100 cm

Dichiarazione dell’artista:

Non c’erano più alberi e le città avevano l’ odore del nulla. Grandi grattacieli neri oscuravano il cielo. Una donna mi accolse senza dire una parola. La seguii nel complesso più grande. Stanze senza luce fungevano da labirinto, e lei indicava i punti in cui dovevo posizionarmi. Successivamente, la stanza si divideva in parti. Così ci inoltrammo sempre più nel cuor dell’edificio. Un passo sbagliato avrebbe provocato lo schiacciamento del corpo. Distrattamente, la donna disse, che quel dispositivo era stato costruito per prevenire rivolte e ribellioni. Alla fine arrivammo in una sala gigantesca, dove migliaia di persone, davanti a schermi oscuri, fissavano lo sguardo senza emozioni e controllavano le macchine. Fui consegnato a due uomini e uno di loro mi spiegò i progressi del sistema locale. L’80% della produzione globale avveniva in quell’edificio e si poteva eliminare la fame e la povertà.
Avevo lo stomaco che brontolava, non mangiavo da giorni. L’altro individuo, sorridendo, indicò un tavolo rotondo di legno, l’unica cosa che emanava ancora un accenno di vita, e disse che un tempo, li si beveva birra lì e ci si divertiva a fare anelli di fumo con le sigarette. Ma quelle miserabili e stupide creature non esistevano più, aggiunse ridendo fragorosamente. Successivamente fui trasferito in un altro edificio. Migliaia di letti con persone in gabbie si allineavano fino all’infinito. Tubicini fuoriuscivano dalle loro braccia, il loro sangue veniva lentamente e costantemente aspirato. La donna, che mi accompagnava mi indicò quelle persone e mi spiegò che erano tutti potenzialmente a rischio di ammalarsi. Perciò aspiravano il loro sangue in via preventiva, finché erano ancora sani. Mi ritrovai in una piccola capanna e iniziai a dipingere. Volevo ricordare agli altri come sarebbe potuta essere la vita. Far notare le ingiustizie. Quando tornai da una passeggiata dal boschetto rimasto, trovai alcuni vecchi amici davanti alla capanna che dicevano di aver cercato aiuto. Alcuni uomini vestiti di nero presero le impronte digitali dai pennelli e dalle mie mani. Mi sedarono. Quando mi risvegliai, tenevo in mano un vassoio d’argento. Sopra, ordinatamente separati, c’erano il mio volto, il mio cuore e un pezzo del mio cervello. Con l’altra mano reggevo il mio cuore, collegato al mio corpo con dei tubicini, e con il braccio in fiamme allontanavo la morte, ritardandola ancora un po’.
E sapevo che avrei continuato a dipingere.

Biografia

Nelle mie opere cerco di esprimere il senso di frammentazione e alienazione che mi circonda in un mondo che spesso appare distopico. Il mio linguaggio visivo nasce da un intenso confronto con la morte, la sua repressione e la conseguente perdita di umanità. È una riflessione sulla vita, su ciò che potrebbe essere e su ciò che forse verrà. Un’esperienza trasformativa al di là dei confini della coscienza mi ha condotto in un mondo sterile e privo di anima, popolato da uomini-macchina, dove la vita era stata ridotta a un semplice strumento. In mezzo a questa oscurità, mi sono trovato in una piccola capanna e ho iniziato a dipingere, non come fuga, ma come atto di resistenza. Con ogni pennellata cerco di sottolineare la fragilità della vita, di rivelare il potenziale di un mondo pieno di empatia e bellezza e di attirare l’attenzione sulle ingiustizie invisibili che ci circondano. I miei dipinti invitano a vivere lo stato di sospensione tra dissoluzione e rinnovamento. Sono riflessi frammentati di una realtà che si è spezzata in mille pezzi.Raccogliendo questi frammenti, desidero offrire una nuova prospettiva sul nostro rapporto con il mondo e con noi stessi. Per me, dipingere è un atto di memoria e monito. Conserva ciò che ci rende umani e ci ricorda che il cambiamento è possibile, anche di fronte all’oscurità più profondamente all’oscurità più profonda.

Esposizioni

● Kraftwerkhalle Aarau, 2022
● Zwischen, Müllerhaus Lenzburg, 2023
● Art Meets Pasta Berlino, 2024
● Galerie Gleis 4 Zug, 2025
● Espace Art Gallery Bruxelles